Simone: riflessioni sulla libertà

Simone: riflessioni sulla libertà

Ciao ragazzi,

Il mio nome è Simone, ho 18 anni, sono in comunità ormai da 5 mesi in misura cautelare, che vuol dire essere escluso diciamo “dal mondo” in attesa del processo.

Questo significa che non puoi uscire, non puoi vedere nessuno a parte i tuoi famigliari una volta alla settimana, non esiste il telefono e niente internet.

Ora arriva la parte più bella; il motivo per cui sono qua dentro.

Era il 29 giugno, ed ero come tutti i giorni, in giro con i miei amici a fumarci canne su canne perché non avevamo mai nulla da fare, la noia era la nostra peggior nemica e noi, avevamo imparato a combatterla solo così, sta di fatto che a un certo punto mi squilla il telefono, era mia madre, mi aveva chiamato per dirmi che dovevo presentarmi in caserma lo stesso pomeriggio assieme a lei e mio padre perché c’era stata una chiusura d’indagini a mio carico per una rapina avvenuta il 7 marzo ad un ragazzo di San Donato milanese.

Ovviamente, sapevo benissimo di cosa si trattava perché l’artefice ero io veramente, alla fine però quel pomeriggio negai tutto sia ai miei genitori sia al maresciallo e la cosa che fa più “ridere” è che questo non è il motivo per cui sono qui, il 29 giugno era un sabato e come tutti i sabati sera io e i miei amici andavamo in Porta Romana a spaccarci di birre, shot, canne e qualsiasi altra cosa ci passasse per le mani.

Finita ormai la serata ed essendo uno più distrutto dell’altro, io, un mio amico e una mia amica decidiamo di rapinare dei nostri coetanei a noi sconosciuti che erano lì nel nostro stesso parchetto, fatto ciò che volevamo fare ci dirigiamo alla fermata della notturna della M3 per tornarcene verso casa, solo che al posto del pullman, dopo 5 minuti è arrivata per nostra sfortuna la polizia, ci hanno arrestato e da quel momento fino ad ora io ho chiuso con la mia libertà.

In 5 mesi che sono qua, sinceramente, sono cresciuto e maturato veramente un sacco non solo perché ho perso le mie dipendenze (a parte le sigarette, che dovrei alquanto toglierle) ma soprattutto ho capito che ci si può divertire benissimo anche senza l’alcool e le droghe, cose che prima facevano parte della mia routine quotidiana, perché per me, prima, passare una giornata senza canne, era una giornata passata da schifo.

Ora mi sono messo a posto con me stesso, ho riordinato finalmente la mia vita e a ormai un mese dal mio processo, sono felicissimo di come sono adesso, dovrei cominciare un tirocinio a breve, ho finalmente un bellissimo rapporto coi miei genitori e mio fratello, ho iniziato a fare boxe e la mia vita a parer mio per ora non potrebbe andare meglio di così e per questo voglio ringraziare un sacco tutti i miei educatori che in un modo o nell’altro mi sono stati vicini, mi hanno aiutato e mi aiutano ancora adesso nei momenti difficili, grazie veramente di tutto.